Domanda: Qual è la differenza tra una fiction televisiva e un film?
 Risposta: La fiction deve tener conto del fatto che il pubblico a casa deve capire tutto perfino se in quel momento 
                 volta le spalle alla tv. Il cinema ti chiede invece di dedicare a una storia almeno un'ora e mezzo di 
                 attenzione e di presentarti in sala con la mente più attiva. Forse si chiede troppo per i tempi frenetici 
                 in cui viviamo: anche per questo il cinema è in crisi.
Domanda: Cosa si intende per docu-fiction?
 Risposta: E' un film tratto da un fatto vero che tende a ricostruirlo davanti alla macchina da presa, magari con gli 
                 stessi veri protagonisti della vicenda. Finzione si, ma molto vicina a una documentazione oggettiva della
                 realtà.
Domanda: Al cinema si provano le scene come a teatro o si improvvisa di più?
 Risposta: Dipende dal regista, dal tipo di film e dalla consistenza del budget e quindi dai tempi di lavorazione. 
                 In linea di principio sarebbe sempre meglio poter provare e riprovare una scena.
Domanda: Quanto è importante un trailer per un film?
 Risposta: Più che il trailer è importante quante volte si fa vedere e con quanto anticipo.
Domanda: Quanti soldi occorrono per girare un lungometraggio?
 Risposta: Se possiedi o puoi avere in prestito una telecamera digitale e un computer con software di montaggio 
                 devi aggiungere il costo delle cassette e dei panini che dovrai offrire agli amici che ti aiutano.
                 Oggi chiunque può girare una storia con poche centinaia di euro. Realizzare un film da professionisti è
                 ovviamente diverso, ma iniziare con gli amici può essere un'esperienza molto utile.
Domanda: Per realizzare un corto alla fermata di un autobus, con inquadratura fissa e immagini rubate
                 c'è bisogno di permessi?
 Risposta: Più che permessi per l'occupazione del suolo pubblico, indispensabili se si ferma il traffico o si mette 
                 un cavalletto, bisogna stare attenti a non inquadrare in primo piano passanti inconsapevoli. Per la legge
                 sulla privacy potrebbero nascere dei problemi. Se sono riprese in campo lungo di persone non riconoscibili
                 è meno problematico, altrimenti bisogna far firmare delle liberatorie di accettazione.
Domanda: Cosa è più importante in un film: un buon inizio o una buona fine?
 Risposta: Una buona fine senza un buon inizio è inutile. Un buon inizio senza una buona fine è deludente.  
                 Quando un buon inizio e una buona fine sono divisi da uno sviluppo noioso è un peccato.
Domanda: Perchè il cinema italiano di oggi non utilizza molto i dettagli e i primissimi piani?
 Risposta: Perché usare ottiche più larghe, permette di lavorare più velocemente, cioè registrare piccoli piani 
                 sequenza di impianto teatrale o televisivo. Ogni piano ravvicinato richiede una cura e un'attenzione 
                 di tipo quasi pubblicitario. Senza contare poi che articolare un racconto attraverso campi stretti 
                 è più difficile e più rischioso per qualunque regista. Alla fine è sempre una questione di soldi e di 
                 durata delle riprese.
Domanda: Perché certi film sembrano finire subito e altri non finiscono mai?
 Risposta: Vi insegno un gioco da fare in sala quando volete; contate i secondi che passano ad ogni stacco: 
                 se avete tempo di contare più di tre, quattro secondi per ogni inquadratura può darsi che vi cali la 
                 tensione e quando la tensione cala, i tempi si dilatano ancora di più...Se ogni tre secondi cambi 
                 inquadratura, ricevi un'informazione nuova, un dettaglio, un personaggio, un elemento di scenografia, 
                 il tempo si mette a volare.
Domanda: Cos'è e quando si disegna uno storyboard?
 Risposta: Dipende da chi lo disegna e perchè lo disegna. In America gli story servono anche come traccia 
                 obbligata per la regia, riportano location e ambientazione. Altre volte sono un semplice aiuto in scene 
                 d'azione. Quando a disegnarlo è il regista stesso, sono appunti personali mentre in collaborazione con il 
                 disegnatore di storyboard parla con un visualizzatore che illustra i suoi desideri. In scene d'azione può 
                 risultare un procedimento molto utile. Lo storyboard serve anche per capire quanti particolari o gag 
                 sono indispensabili a una sequenza e, nel caso, come fare per arricchirla ulteriormente.
Domanda: Che differenza c'è tra produttore e produttore esecutivo?
 Risposta: Il produttore è il finanziatore di un film o, comunque, colui che si preoccupa di reperire i fondi. 
                 Il produttore esecutivo invece è la persona che gestisce il budget a disposizione e segue direttamente 
                 l'organizzazione delle varie fasi della lavorazione (preparazione, set, postproduzione).
Domanda: Cos'è un piano di lavorazione?
 Risposta: Semplificando è il calendario delle riprese che deve tenere conto della disponibilità delle location e degli
                 attori, del tempo atmosferico, degli orari sindacali e, possibilmente, anche delle esigenze della regia.
Domanda: Per entrare nel mondo del cinema è meglio una scuola o un'esperienza diretta?
 Risposta: L'esperienza sul set sarebbe sempre migliore, a patto di trovarla e affrontarla con una dose enorme 
                 di entusiasmo e curiosità. Le scuole sono formative e indispensabili, ma, dopo la teoria, continua ad 
                 essere fondamentale un collaudo diretto sul campo.
Domanda: Cosa stampa un ufficio Stampa?
 Risposta: Tutto il materiale relativo a un attore o a un film. Più che stamparlo lo distribuisce ai giornalisti, 
                 organizza conferenze stampa e anteprime. Tiene i contatti col mondo dell'informazione.
Domanda: Cosa fa esattamente un agente cinematografico?
 Risposta: Un agente cinematografico dovrebbe essere prima di tutto un procacciatore di lavoro, ma può ricoprire 
                 per un attore anche altri ruoli: quello di segretario particolare, di filtro telefonico, di consigliere
                 commercialista, avvocato, spalla consolatrice...In tutti i casi tutela l'attore e non lo fa sentire 
                 abbandonato in balia di un ufficio di produzione.
Domanda: Come ci si prepara per diventare segretaria di produzione?
 Risposta: Devi sviluppare uno spirito di osservazione maniacale per ogni particolare della scena e magari seguire 
                 una segretaria su un set senza sottolineare troppo che stai imparando il suo mestiere.
Domanda: Cosa significa fare il runner?
 Risposta: Il termine significa "corridore". Un giovane che corre per svariati motivi. Sul set c'è sempre bisogno di  
                 qualcosa che va procurato di corsa e un runner sveglio e veloce può essere molto prezioso.
Domanda: Cosa fare per diventare un bravo casting di film?
 Risposta: Decidere quali facce abbinare a dei personaggi di una storia è molto affascinante. Occorre avere una 
                 buona intesa con la regia e tanti amici attori da coinvolgere...poi il gioco è (quasi) fatto!.
Domanda: Qual è l'aspetto più bello di un set e quello peggiore?
 Risposta: Il bello è quando tutti, dall'ultima comparsa al regista, sono contenti di contribuire a un film in cui credono
                  e che amano. Il brutto è quando questo non accade, o perchè il regista non riesce a trasmettere alla troupe
                  il suo entusiasmo o, peggio, quando tutti hanno capito benissimo cosa sta facendo e sono convinti di
                  lavorare a un progetto che non condividono.
Domanda: E' vero che sul set nascono grandi amori?
 Risposta: Come in tutti gli ambienti di lavoro che ti fanno vivere insieme settimane o mesi. Possono nascere amicizie.
                  simpatie, amori, risentimenti, antipatie, odi profondi che poi tornano a essere amicizie, simpatie, amori.                    
Domanda: Se in un film si cita il titolo di un altro film, di una canzone o di un libro, bisogna pagare i diritti?
 Risposta: Se si cita un titolo non è necessario. Se invece si utilizzano immagini (più di tre minuti), musiche (più di 
                 sei note consecutive) o la storia ricavata da un libro, lo si deve fare per non incorrere in denunce sul 
                 diritto d'autore.
Domanda: Perché dicono che fischiettare in palcoscenico porta male? Vale anche per un set?
 Risposta: L'attore che fischietta in scena è troppo rilassato. Un po' di concentrazione serve sempre, per questo 
                 quando il clima è troppo informale si rischia sempre una prima deludente. Da qui la credenza che un 
                 fischio in palcoscenico non sia di buon auspicio. Sul set ci sono altre regole. Personalmente credo che 
                 troppa euforia durante le riprese non significhi necessariamente che il film sarà bello, anzi, a volte da 
                 grandi difficoltà nascono le scene migliori.

Domanda: Recitare a teatro e recitare al cinema: che differenze ci sono? 
 Risposta: Tecnicamente un attore di cinema deve farsi trovare pronto nell'attimo in cui il regista grida: Azione! 
                 Il film immortala uno sguardo, un urlo, un gesto che devono essere più veri del vero e destinati a rimanere
                 per sempre. L'attore di teatro deve imparare a memoria un testo e ripeterlo sino a quando non gli riesce 
                 di riproporlo in modo naturale con una tecnica ripetibile a ogni replica. Sono due esercizi
                 d'interpretazione molto differenti, ma che possono risultare anche complementari. Non a caso molte star
                 del cinema inglese provengono dal teatro e, di tanto in tanto, ci ritornano.
Domanda: A un attore di cinema serve fare o aver fatto teatro? 
 Risposta: Una disciplina teatrale completa la preparazione di un attore e può servire se viene chiamato a interpretare 
                 un ruolo; diverso è quando un cinema realista ti chiede di interpretare te stesso: in quel caso vince
                 l'istinto che, a volte, prescinde dal mestiere.
Domanda: Come mai il cinema italiano non usa attori di teatro?
 Risposta: Una volta si pensava che il doppiaggio potesse nascondere ogni inesperienza, oggi si considera che 
                 una serie di telepromozioni possa fare curriculum...Per dirigere un attore di teatro bisogna saperlo fare, 
                 probabilmente molti registi si sottostimano.
Domanda: Quali sono le scene più difficili da recitare?
 Risposta: Dipende dal carattere e dalla sensibilità di ogni attore. In generale posso dire che più si urla e più 
                 si rischia di evidenziare toni falsi o debolezze recitative. A volte si può risultare molto aggressivi 
                 anche con uno sguardo muto o con una frase sussurrata in modo terribile. 
Domanda: Cos'è più difficile per un attore: far ridere o far piangere?
 Risposta: Far ridere con sentimento. Non per una meccanica comica scontata o per una battuta facile, ma per 
                 una serie di sottintesi nati, magari, in un contesto anche drammatico. 
Domanda: Per fare l'attore è necessaria una scuola specifica?
 Risposta: Guardando molti film di paesi emergenti ospiti in tanti film festival
                 sarei portato a dire di no. Vanno per la maggiore le storie vere interpretate da persone vere, il problema 
                 è che un non professionista può interpretare solo se stesso. Se per attore si intende uno che possa calarsi
                 nei panni di personaggi diversi questo è un mestiere che si deve affinare con una scuola o con l'eperienza.                   
Domanda: Un attore deve imparare a memoria tutto il copione?
 Risposta: Assolutamente no. Deve avere un'idea precisa dell'arco narrativo del proprio personaggio e poi 
                 prepararsi di giorno in giorno o, meglio, di settimana in settimana. 
Domanda: Cosa significa l'espressione "impallare" riferita alla prestazione di un attore?
 Risposta: In gergo cinematografico "impallarsi" significa nascondersi dietro un altro attore. In altre parole 
                 quando reciti devi sempre vedere la macchina da presa, facendo ben attenzione a non guardarla mai. Se 
                 qualche collega te la copre significa che tu sei "impallato" e nessuno ti vedrà mai in quell'inquadratura. 

Domanda: E' sempre il regista a scegliere gli attori del suo film?
 Risposta: Sempre...tranne quando gli vengono raccomandati da un produttore, sottratti da un imprevisto, 
                 cambiati all'ultimo momento, suggeriti dal casting manager, imposti da una televisione o da un 
                 coproduttore straniero. Per il resto un regista è molto libero...di deprimersi o prenderla con filosofia.
Domanda: Quando e perché un regista decide di stringere un'inquadratura su un primissimo piano?
 Risposta: Solitamente si stringe un'inquadratura per aumentare la tensione o semplicemente per attirare 
                 l'attenzione su un dettaglio. Tagli stretti funzionano in film d'azione o drammatici. Difficile trovare dei 
                 primissimi piani in una commedia.
Domanda: Quando una scena non funziona, quante volte si può rigirarla di nuovo?
 Risposta: Tante volte quanto un regista richiede. Ma se, invece di migliorare, peggiora, il regista deve riuscire a 
                 domandarsi come mai...A volte basta una pausa caffè per ritrovare calma e ritmi giusti.
Domanda: Sceneggiatore, regista o attore: quale mestiere preferisci?
 Risposta: Lo sceneggiatore crea dal nulla, il regista dirige il set e l'attore deve sperare di finire in un bel film... 
                 Sono tre modi diversi di apprezzare il cinema e di goderne la magia. In modo più o meno consapevole.
Domanda: Quanto è importante che un regista resti fedele alla sceneggiatura?
 Risposta: Tanto più una sceneggiatura è buona e ben scritta. Un regista che cambia durante le riprese, pensa 
                 sempre di migliorare il prodotto, ma, a volte, accade esattamente il contrario.
Domanda: A che età ci si "scopre" registi?
 Risposta: Non esiste un'età precisa. Piuttosto è opportuno precisare che quello di regista è un mestiere che 
                 nasce da più competenze: tecniche professionali, psicologiche e da alcune caratteristiche caratteriali 
                 che si scoprono e si affinano nel tempo. Personalmente diffido di chi vuol fare il regista prima di aver 
                 sperimentato altri ruoli tecnici e imparando così come funziona la "macchina cinema".
Domanda: Un regista deve aver fatto l'attore?
 Risposta: Non ncessariamente, ma aver provato a recitare aiuta molto nella direzione degli attori.  
                 I registi che non provengono dalla recitazione normalmente lavorano sempre con gli stessi attori 
                 di cui si fidano e a cui affidnao una certa libertà interpretativa. Il lavoro con gli attori 
                 compresi i ruoli minori e le comparse, affascina di più chi conosce le ansie e i problemi dello stare  
                 davanti a un obiettivo.
Domanda: Perchè i registi generalmente non manovrano di persona la macchina da presa?
 Risposta: Questione di carattere. C'è chi lo fa spesso e chi non controlla mai l'inquadratura e preferisce 
                 concentrarsi sulla direzione degli attori. Personalmente credo che l'operatore di macchina debba 
                 occuparsi di tanti particolari tecnici (movimenti, fuochi, limiti di campo) che non sempre coincidono 
                 con le atmosfere, i toni e le intenzioni che un regista deve tenere sotto controllo durante la 
                 realizzazione. Perciò ritengo giusto uno sdoppiamento di ruoli.
Domanda: Qual è la differenza tra assistente alla regia e aiuto regista? 
 Risposta: Il primo assiste il regista, mentre il secondo lo aiuta. Il primo svolge tutti i compiti di assistenza 
                 quotidiana, il secondo può anche dirigere una seconda unità e fungere da vero e proprio secondo regista.
                 Di solito nel mondo del cinema si inizia come assistente e successivamente si diventa aiuto.
Domanda: Se un regista sbaglia è giusto che un attore glielo faccia notare?
 Risposta: Dipende da chi è il regista e chi è l'attore. Se sono amici è comunque sempre meglio parlarsi in privato, 
                 lontano da sguardi indiscreti e soprattutto dalla troupe.
Domanda: Qual è il rapporto ideale tra un regista e i suoi collaboratori?
 Risposta: La troupe ideale è quella che lavora attivamente al servizio di un progetto capito e condiviso.                 
                 La bravura di un regista è quella di cercare di realizzare un proprio disegno col contributo creativo 
                 di tutto il cast. Un'adesione passiva dei propri collaboratori, alla lunga, crea infatti 
                 insoddisfazioni e frustrazioni pericolose.
Domanda: Ma cosa fa un regista quando non gira un film?
 Risposta: Lavora il triplo per cercare di far partire un film e si cura dalle ansie che gli vengono perché 
                 non parte mai....Poi, se è fortunato, potrà finalmente riposarsi su un set. 

Domanda: Quando si ha un bel soggetto come si fa a scrivere una bella sceneggiatura?
 Risposta: Il soggetto va strutturato. Gli si deve costruire uno scheletro molto solido, prima di passare ai dialoghi 
                 e ai dettagli. E' la struttura narrativa che aggiunge valore e validità ai personaggi e alle loro azioni.
Domanda: Di quante pagine deve essere una sceneggiatura?
 Risposta: Deve finire sempre prima di stancare. E bisogna sapere che dopo le cento / centoventi pagine 
                 il rischio aumenta.
Domanda: Quante volte va riscritta una sceneggiatura?
 Risposta: Fino a quando si riesce a migliorarla. Quando comincia a peggiorare significa che è stata riscritta 
                 una volta di troppo.
Domanda: Come si fa a tutelare i propri diritti su una sceneggiatura originale, che si fa leggere in giro?
 Risposta: Conviene far stampare il soggetto con data di pubblicazione da una copisteria. Così acquisisci la prova 
                 certa che quel soggetto in quella data ti apparteneva, con pubblicazione avvenuta. Può tornarti utile 
                 in sede legale qualora qualcuno si fosse ispirato troppo alla tua storia. 
Domanda: E' difficile scrivere dialoghi per un film?
 Risposta: E' meglio scriverli in due, magari scambiandosi le battute ad alta voce, così è più facile accorgersi 
                 quando le parole sono troppo letterarie o retoriche e falsano la verità di un racconto.

Domanda: Per fare il montatore bisogna frequentare una scuola o è sufficiente imparare il mestiere?
 Risposta: Come in tutti i lavori di questo mondo conta l'essere capaci, ma anche che qualcuno lo sappia e ti possa 
                 affidare un lavoro! A volte una scuola serve da curriculum o come occasione per conoscere più da 
                 vicino un mondo professionale.
Domanda: Quanta libertà ha il montatore nel trattare il materiale girato?
 Risposta: Molto, dipende dal rapporto di fiducia e di conoscenza con il regista. Certo, visto che il montaggio può 
                 cambiare anche il significato di una scena, sarebbe meglio che il regista fosse d'accordo.
Domanda: Qual è l'autonomia del montatore rispetto al regista, visto che un montaggio può cambiare anche il 
                 significato di una scena?
 Risposta: Se il montatore lavora per cambiare il significato di una scena girata vuol dire che ci sono problemi di
                 regia. Di solito il montaggio è un apporto, anche creativo, che dovrebbe sempre essere in sintonia con il
                 disegno registico. Se il montatore lavora con eccessiva indipendenza significa che il regista è stato
                 scavalcato, perfino se questo accade per il bene del film.
Domanda: Un montaggio frenetico può aiutare una storia?
 Risposta: Non è detto: a volte si usa proprio per nascondere la mancanza di una storia...o di un regista!
Domanda: Cosa distingue un montaggio lineare da quello parallelo??
 Risposta: Per montaggio lineare si intende una sequenza di scene in ordine cronologico.
                 Quello parallelo invece alterna due differenti azioni o due periodi di tempo.
Domanda: Chi si occupa di realizzare il trailer di un film: il regista, il montatore o qualcun altro?
 Risposta: Di solito si dice che il regista non è un buon montatore dei suoi trailer. Troppo coinvolto nella storia. 
                 Spesso si affidano a sensibilità più fresche. Quando il trailer risulta più bello del film può essere 
                 imbarazzante.

Domanda: Che caratteristiche deve avere una buona musica da film?
 Risposta: Deve accompagnare le immagini senza invaderle troppo. Se di un film si ricorda più la musica degli attori
                 non è un buon segno per il film, intendo.
Domanda: Meglio una colonna sonora originale o musiche di repertorio?
 Risposta: Una colonna sonora originale ti segue e personalizza ogni immagine, ma a volte per ricreare un'epoca o fare
                 una citazione una musica già conosciuta può aiutare. In ogni caso è la musica che deve servire le immagini,
                 se avviene il contrario siamo in un videoclip.
Domanda: La colonna sonora si compone prima o dopo il montaggio?
 Risposta: Normalmente dopo, ma in alcuni casi la scelta di una musica può  condizionare il montaggio o perfino le 
                 riprese. In quel caso si può lavorare con una colonna guida, anche non definitiva, che viene composta
                 in precedenza.

Domanda: Cosa consigli a chi vuole diventare fotografo di scena?
 Risposta: Di spalmarsi con l'arcivernice che rende invisibili e metterla anche sulla macchina fotografica. 
                 Solo così ci si può aggirare su un set senza incappare nelle ire di qualcuno. Un fotografo poco attento 
                 può disturbare anche più di un reparto contemporaneamente.
Domanda: Quanti scatti fa un fotografo di scena durante le riprese e che fine fanno?
 Risposta: Centinaia, migliaia. Scatti rubati, scatti preparati, scatti per la promozione, per i manifesti, 
                 per semplice ricordo. le foto di un set sono importantissime. A loro è affidata la promozione di un film 
                 prima che venga montato e sonorizzato. A volte una foto può invogliarti ad andare al cinema, altre volte 
                 ti dissuade...spesso quando le foto di un film restano chiuse in un cassetto, sono la spia di un
                 insuccesso annunciato.

Domanda: Come ci si deve preparare per un provino cinematografico?
 Risposta: Prima di tutto bisogna prepararsi ad essere scartati. E' la situazione più comune che non deve mai 
                 scoraggiare. Poi, se non si hanno troppe aspettative, si riuscirà anche ad affrontare il provino più 
                 rilassati...e questo non è mai male.
Domanda: Hai qualche consiglio da offrire per un provino?
 Risposta: Presentarsi senza troppe aspettative e con grande onestà. Credere nella propria faccia e non cercare  
                 di sembrare quello che non si è. Se un regista non ti saprà scegliere...peggio per lui.
Domanda: Dovendo scegliere delle foto di presentazione, sono più indicati i primi piani o le figure intere, 
                 bianco e nero o colore?
 Risposta: Prima di tutto è importante sapere a chi ti devi presentare e per cosa. Per il cinema le foto servono 
                 solo come pretesto per farsi chiamare, quindi devono essere il più possibile semplici e fedeli a quello che 
                 il regista si troverà di fronte conoscendoti. Per la televisione o la pubblicità si può tentare la  
                 costruzione di un personaggio più ammiccante e simpatico, sperando di essere notato in un mare di  
                 facce speranzose. 

Domanda: Esistono moltissimi festival dedicati al cortometraggio. Come si fa a scegliere a quale partecipare?
 Risposta: Il modo migliore è quello di realizzare un bel corto, poi le occasioni per poterlo mostrare non
                  mancheranno. Il rischio di finire in una rassegna inutile va messo nel conto, ma prima o poi, se il lavoro 
                  merita, saprà farsi notare.
Domanda: Quanto è utile partecipare a un festival per cortometraggi?
 Risposta: Serve sempre poter mostrare il proprio lavoro, corto o lungo che sia. A patto di saper valutare 
                  con molta onestà le reazioni di un pubblico, di una sala, di un amico vero. Anche da film sbagliati si può 
                  imparare molto se si tengono occhi e orecchie aperti.





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